Concerti della madonna visti quasi per sbaglio

Ieri sera sono stato per la prima volta all’Angelo Mai a Roma. Il nuovo posto dell’Angelo Mai dopo lo sgombero di un po’ di anni fa è un posto fichissimo dalle parti delle Terme di Caracalla e il nome completo dovrebbe essere Angelo Mai Altrove, mi sa. Ci sono stato per una rassegna gestita a metà dal MArteLive in cui dovevo mettere un po’ di musica insieme ai miei soci, sotto la ragione sociale di ToubleSoup of the DJ. Abbiamo suonato su un terrazzo, all’aperto, bella situazione, ottimo sound, belle anche le modelle semisvestite che hanno poi fatto una sorta di performance di moda. E poi c’erano installazioni, bancarelle di artigianato, video e tutta la finta retorica del lancio dei cosiddetti artisti emergenti (a proposito: ogni volta che da qualche parte viene pronunciata o scritta l’espressione “artista emergente”, in Burundi muore un bambino). Tutto interessante. Ma di questo non ce ne frega nulla.

La serata era un “evento” (metto le virgolette perchè questa parola ha iniziato a stancarmi, e parecchio) costruito attorno al concerto dei Diaframma, concerto di cui non poteva fottermene di meno dopo averli già visti al Cube senza un briciolo di piacere. Però c’era un gruppo spalla col nome curioso, di quei nomi lunghi che devi ripetere un po’ prima di impararli senza confondere le parole fra di loro e che poi, sfiancato, inizi ad abbreviare usando una sola delle parole che compongono tutta la ragione sociale. Massimo li aveva sentiti un po’ durante il soudcheck: parevano degni. Allora sono andato a guardarmeli, e naturalmente sono arrivato a metà del loro set, e va da sè che potrei lanciarmi in libere bestemmie contro me stesso, a ripensarci, che stavo lì a bere birre mentre andava ‘sto cazzo di reggae che non muore mai, e nel frattempo, dicevo, il gruppo aveva già iniziato.

Management Del Dolore Post-Operatorio, si chiamano così, e spaccano il culo. Mai sentiti prima, oggi scopro che in giro c’è già molto su di loro (recensioni, premi, rassegne: a quanto pare sono reduci anche da un tour in Germania e hanno aperto per un sacco di gente più nota), e sono di Lanciano, provincia di Chieti. Hanno furia punk-rock da vendere, tempi serrati, canzoni come schegge, affilatissime, testi di pancia che danno l’impressione di essere lì lì per buttarla in casino e invece dicono la verità. Hanno un frontman energico e facciatosta che si muove come un dannato e ci mette una fottutissima energia e il carisma e il sacrosanto istrionismo giustissimo di chi sta su un palco a buttare il sangue e canta/recita come un ibrido alieno fra il primo Vasco Rossi (!) e Federico Fiumani (anche se fra una traccia e l’altra parla troppo, ma davvero) e tutto quello che fa il gruppo è una musica ignorantissima e reale, che si colloca fra Sex Pistols e Fall ed è una roba viscerale, autenticamente punk, del tutto fuori dai giri di quello che si ama spingere adesso e fuori dai tempi. Gruppo tostissimo, bello, un live da rivedere per intero, quando mi ricapiteranno sotto tiro.